Dal 22 al 24 marzo Fondazione Aria ha presentato la terza edizione del workshop Start Your Collection, tre giorni di formazione sul tema del collezionismo corporate, con sei specialisti del settore e collezionisti, che hanno illustrato in modo efficace le diverse peculiarità e opportunità che offre il dialogo tra il mondo imprenditoriale e l’arte.

Il progetto è a cura di Giovanna Dello Iacono, direttrice artistica della Fondazione e titolare dell’agenzia delloiacono comunica, e di Nicola Maggi, fondatore e direttore di Collezione da Tiffany, primo magazine italiano dedicato al collezionismo d’arte. Il focus della proposta, sin dalla sua prima edizione, è quello di fornire a sponsor, soci, privati e aziende una serie di strumenti per conoscere il mercato dell’arte e le dinamiche al suo interno, dalla motivazione alla base del collezionismo per arrivare all’acquisto e alla creazione di una collezione.

Nel pomeriggio di venerdì l’imprenditrice e neo presidente della Fondazione Aria Roberta Vinciguerra ha aperto i lavori  sottolineando proprio l’importanza del legame tra l’imprenditoria e l’arte, che sta alla base dell’innovazione di tutti i processi sociali, e che si riconferma lo scopo principale per cui la stessa Fondazione è nata nel 2011. 

Giovanna Dello Iacono, sociologa ed esperta di comunicazione, ha parlato dell’arte come leva di comunicazione descrivendo come le aziende, in primis nel settore della moda e gli istituti bancari, grazie allo sviluppo delle collezioni corporate, siano riuscite a creare un reale vantaggio competitivo veicolando attraverso l’arte i valori etici che le guidano, mostrando ai dipendenti e agli stakeholder ciò in cui si crede, in un’epoca in cui le nuove generazioni sono molto attente alla responsabilità sociale dell’impresa,.

Nicola Maggi, storico della critica d’arte e giornalista, ha approfondito le diverse tipologie di artista in base allo svolgimento del loro percorso, e il conseguente effetto sul mercato dell’arte, dominato e controllato da attori ben definiti tra cui case d’asta, collezionisti e gallerie, che si inseriscono in un sistema in continuo movimento. 

La giornata di sabato ha visto in primo piano l’intervento di Chiara Paolino (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano), focalizzato sulle modalità di gestione e valorizzazione consapevole delle collezioni corporate, portando all’attenzione diversi case history, ed evidenziando la necessità di creare sempre delle iniziative che rendano attiva la collezione. É importante mantenere forte e vivo il legame con tutto il settore artistico, in virtù sia di una crescita parallela del sistema dell’arte contemporanea e dell’impresa, sia dell’opportunità di stabilire un dialogo con altre aziende, o una condivisione di risorse, che spesso riguarda proprio la cura e il controllo della collezione stessa.

Successivamente Andrea Savino (Studio “Andersen Tax & Legal” Manager – Torino) ha analizzato le due figure principali del mercato dell’arte che si delineano come acquirenti, il mercante e il collezionista puro, con un ruolo intermedio che è quello del collezionista dinamico. A distinguere i soggetti è la frequenza di acquisto, il numero e la natura delle attività svolte intorno all’opera, e il periodo di tempo in cui possiedono il lavoro acquistato: questi elementi generano poi determinate conclusioni a livello fiscale e commerciale, importanti da conoscere a tutti i gradi di collezionismo, sia privato che corporate.

A seguire Francesca Gasparetto, restauratrice e conservatrice di Beni Culturali, ha esposto, attraverso numerosi esempi pratici, alcune accortezze tecniche per far sì che le opere all’interno di una collezione siano tenute correttamente, e quindi il peso inevitabile che la cura e il restauro periodico dei lavori dovrebbe avere nella gestione della collezione stessa. La conservazione incide infatti sia sullo stato fisico, chimico e biologico del bene, sia sulla sua adeguata catalogazione e archiviazione, che include la presenza di schede con specifiche indicazioni di allestimento e manutenzione ordinaria.

Domenica mattina Caterina Gori ha raccontato l’esperienza di Collezione Gori – Fattoria di Celle (Santomato – Pistoia), iniziata negli anni ‘80 dal nonno Giuliano Gori, grande mecenate che ha reso l’arte elemento portante del suo percorso di vita, e che ancora oggi viene portata avanti con grande impegno e attenzione. Caterina Gori ha ripercorso la storia della prima collezione privata di arte ambientale in Italia, dalla costituzione del primo nucleo allo sviluppo dei due poli principali, il parco e la fattoria settecentesca, che attualmente ospitano 80 opere. Fondamentale è il legame intessuto con il territorio: gli artisti coinvolti nel progetto hanno infatti concepito sempre dei lavori site specific, entrando in pieno contatto con il luogo scelto, i suoi materiali e le maestranze locali che li hanno affiancati. Notevole è il lavoro che tutta la famiglia attua sia dal punto di vista conservativo, come sottolinea Gino Fienga (CEO startup Arturo), ma soprattutto didattico, per valorizzare, promuovere e diffondere questa idea di collezionismo condiviso e in armonia con la natura.